Nel Simbolo apostolico, quel credo un po’ più breve che recitiamo in determinati periodi dell’ anno anche durante la Messa, che una volta, e ho incontrato persone anziane che lo ricordavano a memoria, ma oggi non si esercita più questa forma di apprendimento e le memorie sono son quelle dei computer o dei telefonini,
( poveri noi!), si professa la Comunione dei santi!
Ma cos’ è questa comunione dei santi?
Parafrasando le parole di papa Benedetto proviamo ad immaginare il mondo come un grande giardino in cui vi sono tanti fiori diversi e bellissimi, con colori stupendi e meravigliosi, ognuno originale , diverso dall’ altro e in questo giardino nessuno è invidioso o dice io son il più bello, io sono il più profumato, io sono il più forte . Alcuni di questi fiori stanno ancora crescendo, siamo noi, in cammino qui adesso nel tempo, in questo mondo così com’è, altri non sono ancora arrivati nella pienezza dei loro colori e del loro profumo, son quei nostri amici che attendono in quello che noi chiamiamo purgatorio, altri sono già invece al top, al meglio del meglio, nella pienezza del loro colore, della loro bellezza, del loro profumo, quelli che sono già assieme a Gesù in Paradiso e sono nella felicità piena.
Tutti hanno però un qualcosa che li unisce, li accomuna: quell’ amore di Gesù che loro hanno cercato di vivere verso di Lui e verso i fratelli; quell’ amore grande che Gesù ci ha mostrato dando la sua vita per noi.
Siccome poi non è facile neanche per un fiore crescere, bisogna sopportare a volte la siccità, oppure può succedere che non sempre le stagioni siano favorevoli, così tutti sono passati attraverso la fatica, la prova, la sofferenza.
I Santi sono questi. Dal momento che sono tantissimi e non sono solo quelli che sono scritti sul calendario sono quelli che sono scritti nel “ Libro della vita”, dove ciascuno di noi è stato inserito dal giorno del proprio Battesimo ecco, che in unica festa noi vogliamo celebrarli tutti, sentirli vicini, uniti a noi in questa grande festa.
Altro che Halloween e “dolcetto o scherzetto”, la santità è una cosa seria. È tanto seria, ma anche tanto bella che è una proposta che viene fatta a tutti, ad ogni cristiano, ad ogni battezzato.
La strada della santità
è quella che ci viene proposta nel vangelo, quella delle beatitudini in cui santità fa rima con felicità, è questo il significato della parola beati.
Una felicità davvero strana, un po’ complicata da capire. Anzi quasi un assurdità! Dire che sono felici i poveri, gli affamati, i perseguitati, anche di fronte alle immagini che ci vengono proposte quotidianamente dai media.
Sarebbe come se noi dicessimo guarda che la tua disgrazia è una benedizione.
Ecco allora che tutti gli oppositori del vangelo salgono in cattedra è tutta un utopia, scuotono la testa in atteggiamento di compatimento perché è felice chi possiede, chi ha da mangiare, magari anche di più di quello che dovrebbe, chi ha una stabilità economica, chi può permettersi non solo l’ indispensabile, ma anche il superfluo.
Difficile rispondere? Cosa dire? la santità è un gigantesco bluff per ingannare l’ uomo?
Certamente no!
Gesù viene da tutti riconosciuto come un modello di coerenza, tanto da dare la vita, difficile pensare che il suo messaggio sia un bluff, del resto le beatitudini riflettono quelli che sono gli atteggiamenti del Signore stesso.
Credo bisogni allora sfatare quelle che sono alcune idee poco chiare che circolano sulla santità.
La felicità, nasce da quell’ universo interiore , dall’ anima stessa, non è qualcosa che si acquista al supermercato, è qualcosa che ci pervade l’ anima e si riflette al di fuori di noi attraverso i nostri gesti, le nostre azioni, il nostro volto, un sorriso, una parola. Ecco che la via alla santità, quella delle beatitudini, la via della felicità, potremmo anche dire, perché questo è il significato della parola beato, è prima di tutto un invito al cambiamento della vita.
Questo può succedere solamente orientando decisamente la nostra vita al Signore, verso quel “Regno” che viene proclamato da Gesù.
Santità e perfezione non è detto che siano coincidenti.
Forse noi pensiamo, confondendo, che i santi fossero perfetti, sempre all’ altezza, adeguati in ogni occasione e circostanza, ma i Santi sono persone come lo sono gli altri, con limiti e con pregi, con il pregio inestimabile che più che pensare a diventare santi hanno pensato e cercato di tradurre in vita pratica il Vangelo cercando in ogni modo di essere fedeli e coerenti.
Se la santità fosse perfezione si tratterebbe, dunque di una specie rarissima, praticamente in via di estinzione, come ha scritto qualcuno (R. Laurita)
La santità è un dono. È Dio, colui che è il Santo, il tre volte Santo che ci rende santi.
Allora fidiamoci del Signore, abbandoniamoci docilmente a Lui, come l’argilla nelle mani del vasaio, che plasmi, giri e rigiri, l’ argilla di cui siamo impastati secondo il suo disegno per renderci dei capolavori unici, santi fra i santi, e nessuno pensi di essere troppo scalcinato o malmesso, tutti siamo in viaggio chiamati alla santità, anche se magari la partenza potrebbe non essere stata delle migliori … fidiamoci del Signore!
Deo Gratias, qydiacdon