“ … Si tratta di una metafora ricavata dai Padri e forse risalente agli Apostoli. Attraverso quest’immagine Doroteo vuole mettere in evidenza come tutti noi camminiamo insieme verso Dio, come i raggi del cerchio convergono verso il loro centro. Con la caratteristica che quanto più essi si avvicinano al centro, tanto più si avvicinano anche tra loro, e quanto si avvicinano tra loro tanto più convergono verso il centro.
É una metafora molto limpida: diverse sono le vie che portano a Dio, come diverse e irripetibili sono le persone e le vocazioni, e diverse sono le vie che convergono verso il centro. Il cerchio al di là della fredda figura geometrica, rappresenta uno stile di vita, lo stile dei santi che camminano decisamente verso il loro centro, Dio.
Provengono da punti diversi del cerchio, anche distanti tra di loro, e forse, talora opposti, attratti misteriosamente dalla forza di attrazione del centro. Lo sguardo e il volto convergono in un movimento centripeto, che unisce gli uni agli altri. Nella misura con la quale si avvicinano a Dio, centro ideale, si avvicinano anche tra di loro in maniera molto più profonda. È il meraviglioso pellegrinaggio verso la comunione in Dio. Ma è implicita anche l’ altra faccia della metafora: quella della separazione e del movimento centrifugo verso il reciproco allontanamento o rifiuto. Quanto più le persone si allontanano da Dio, tanto più si allontanano anche le une dalle altre; e quanto più si allontanano tra di loro, tanto più si allontanano da Dio.
È un dinamismo in cui possiamo ben vedere descritta la logica interna della comunione/disgregazione. Camminando verso il centro i volti convergono, si incontrano, si concentrano e si comunicano. Retrocedendo e allontanandosi, rifiutando la comunione con Dio, si perde anche la comunione tra le persone, si approfondisce la distanza reciproca, ciascuno rimane chiuso nel proprio egoismo, bloccato nella propria solitudine, non illuminato né dall’amore che viene da Dio né dal riflesso di luce che viene dall’amore del prossimo.
Quanto più siamo lontani da un riferimento a Dio, tanto più diventiamo distanti anche dal nostro prossimo. Però è altrettanto vero che quanto più ci avviciniamo al nostro prossimo, tanto più ci avviciniamo a Dio, che si rende presente nell’uomo fino ad identificarsi con il più piccolo di essi, come ci assicura Gesù: “ Quello che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, lo avete fatto a me”. ( cfr. 1Gv4, 19-21; Mt 25,40)
(Dalla strenna del Rettor Maggiore 2003)