Gabriele Moreno Locatelli, vagabondo del vangelo, parte dalla Lombardia e non pianta la sua tenda da nessuna parte, obbedendo a due sole regole: “ Seguire Gesù e servire tutti coloro che ci passano accanto in questa breve vita”, Era stato nell’ Azione cattolica, aveva studiato teologia a Napoli e Friburgo, aveva provato per cinque anni a fare il francescano tra Assisi, Napoli e la Sicilia. Aveva anche bussato alla porta dei Piccoli Fratelli di Gesù a Spello. Era persino vissuto
tre anni a Parigi, per assistere un prete infermo. Ecco come aveva motivato nel 1982 il tempo passato a Corleone, in Sicilia, ad assistere un uomo al quale era stata amputata una gamba: “ Conviene veramente servire tutti coloro che ci passano accanto in questa breve vita, prima di tutto perché non c’è niente che renda più felici del fare il bene, anche quando ci costa o si riceve in cambio solo ingratitudine, e poi perché, quando ci presenteremo di fronte a Lui, almeno ci saranno un mucchio di fratelli in cui non lo abbiamo riconosciuto che ci apriranno le porte del cielo”.
Il 3 Ottobre 1993 Gabriele ha 34 anni ed è impegnato con quattro amici nella realizzazione del progetto “ Si vive una sola pace”. Iniziano l’ attraversamento del ponte di Vrbanja e si fermano a metà per posare un mazzo di fiori sul luogo del primo morto di quella guerra: Poi avrebbero dovuto andare dai soldati serbi e da quelli bosniaci a offrire un pane di pace, ma decidono di tornare indietro, perché arrivano i proiettili dei cecchini. Moreno viene investito da una raffica antiaerea di pallottole. Lo portano in ospedale, lo operano due volte. Con l’ ultimo fiato chiede: “ Stanno tutti bene?”
Da : Abbiate sale in voi stessi. – S. Messina; P. Raimondo ed Effatà
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio. ( Mt 5,9)