Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito … ( Gv 3, 16 )
Nell’ affermazione del vangelo di Giovanni troviamo il significato di questa festa che si celebra il 14 di Settembre!
Uno degli interrogativi che ricorrono spesso e dal quale anche i cristiani non sono esenti è : “ Che cosa fa’ Dio di fronte al male del mondo! E ve ne è tanto. Proviamo a d iniziare un piccolo elenco:
- Guerre
il fondamentalismo religioso islamico che sembra voglia prendere il sopravvento nel medio oriente e in Africa, imponendo la legge coranica ed eliminando chi non si converte … e che ora minaccia anche l’ Europa …
una situazione di crisi sia economica che prova e sconvolge le famiglie, ma anche di valori … proviamo a pensare alla mentalità che si sta introducendo sulla vita in cui il figlio non viene più percepito come dono, ma come diritto da ottenere a tutti i costi e ad ogni costo senza limiti etici di nessun genere …
malattie … ci mancava anche l’ ebola adesso che allarma tutto il mondo …
migrazioni inarrestabili di popolazioni che inevitabilmente creano tensioni e problematiche complesse di difficile gestione …
- qui mi fermo, ma si potrebbe proseguire e ognuno di noi, ognuno di voi potrebbe aggiungere le sue prove e dolori personali … poi scandali, corruzioni, ruberie di ogni tipo
Ecco, quindi, l’ obbiezione: Ma cosa fa Dio? O se ne sta fregando, ma allora tutti quei discorsi su Dio amore dove vanno a finire? Perché permette che accada tutto questo? O è impotente e se lo è non è Dio, o non c è!
Risposta difficile quella da dare! Problema di non facile soluzione! Qualche razionalista estremo sorride dentro di sé …
Il ragionamento è logico, non fa una grinza … ma il modo di fare di Dio, pur essendo ragionevole, supera la logica e la fredda ragione … proviamo a pensare a tutto il discorso della Montagna del vangelo di Matteo, meditiamo in silenzio il mistero dell’ incarnazione … maciniamo dentro di noi le parole di Paolo: “ …
( Gesù) umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di Croce …” oppure: “ … tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento. Egli, di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, e siede alla destra del trono di Dio. …” ( Eb 12,2 ) oppure: “La parola della croce infatti è stoltezza per quelli che si perdono, ma per quelli che si salvano, ossia per noi, è potenza di Dio.” ( 1 Cor 1,18 ) … La Croce di Gesù, questo strumento di tortura e di morte terribile si può comprendere solo in quella logica che sta in quella frase che Gesù dice a Nicodemo quando lo va a trovare di notte, perché, ragionevolmente, ha una reputazione e una posizione sociale da salvaguardare …
È vero, Dio sembra impotente … perché l’ agire di Dio passa attraverso il cuore dell’ uomo, il mio e il vostro e se noi non gli lasciamo toccare il nostro cuore accade quello che vediamo sta accadendo. È per toccare il nostro cuore che il Padre ha donato il Figlio e Gesù si è donato a noi sulla croce.
Quella croce che si vuole togliere dai luoghi pubblici, dalle nostre scuole, in nome di un falso rispetto che ci sta facendo smarrire la nostra identità cristiana, banalizzandola, rendendo quello che è il segno della nostra fede, [… il cristiano crede in Gesù Cristo crocifisso e risorto], ad un monile ad un orecchino, un ciondolo, qualcosa che mettiamo al collo o indossiamo perché fa tendenza, senza avere la percezione di ciò che significa ed esprime. La Croce sta sparendo anche nelle nostre case! Andando a benedire notavo che sono sempre di più le case, in particolare quelle in cui stanno coppie giovani, dove mancano i segni cristiani: in cui manca la croce!
Eppure quella croce, simbolo di morte diventa il simbolo dell’ amore, della salvezza, della misericordia, della liberazione, della libertà assoluta di chi, amando, non è schiavo della paura della morte e consapevolmente dona la propria vita! È proprio vero Gesù: “ Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici …”
Questo ha fatto il Signore per noi.
Allora tutte le volte che io volgo il mio sguardo al crocifisso devo lasciarmi bruciare dal fuoco di questo amore, rinnovare dal calore di questa amicizia … perché la croce è l’ unità di misura dell’ amore … Anche se il linguaggio e la logica della croce non sono facili da accettare. L’ apostolo Pietro ne sa qualcosa! Ascoltavamo proprio alcune domeniche fa, dopo l’ elogio che Gesù gli aveva rivolto il rimprovero quando gli viene prospettato il calvario e la croce. È proprio l’ evangelista Matteo che riporta la sua reazione: “ Lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: “ Dio non voglia, Signore, questo non ti accadrà mai”. E Gesù che risponde: “ Mettiti dietro a me Satana, perché tu non pensi secondo Dio …”.
Tu vuoi insegnare a Dio a fare Dio e ti comporti esattamente come Lucifero con il suo orgoglio, con la sua superbia che vuole sostituirsi a Dio stesso …
La croce che sembra sconfitta, debolezza è in realtà rivelatrice dell’ onnipotenza di Dio nell’ amore e che per questo attende sempre che l’ uomo si converta: “e viva”. Se l’ onnipotenza di Dio non fosse quella dell’ amore … il mondo non esisterebbe più … io, voi non esisteremmo! Pensiamo se l’ onnipotenza del Signore si manifestasse nell’ ira, nella vendetta, nell’ abbandonarci al nostro destino … Non ci saremmo più capaci come siamo di commettere tante cose che dire “brutte” è un eufemismo.
Qualcuno ha scritto:
“La croce non è il segno della sofferenza di Dio, ma del suo amore.
La croce è epifania della serietà del suo bene per ciascuno di noi.
Fino a questo punto ha voluto amarci, perché altro è usare dolci e consolanti parole, altro appenderle a tre chiodi, sospese fra il cielo e la terra. (…)
Allora ti rispondo, amico che scrivi urlando a Dio il tuo dolore: alla fine della tua acida preghiera non troverai un muro di gomma, né un volto indurito ma – semplicemente – un Dio che muore con te.
E potrai scegliere di bestemmiarlo e accusarlo ancora della nostra fatica oppure – che egli te lo conceda – restare stupito come quel ladro crocifisso che non sapeva capacitarsi di tanta follia d’amore.
Tutto qui, tutto qui: la croce è l’unità di misura dell’amore di Dio. Sì, amici, c’è di che celebrare, c’è di che esaltare, c’è di che esultare.” ( Curtaz )