Ci ritroviamo stasera a concludere questo mese di maggio, in cui di solito si celebra la festa della Visitazione, infatti le letture che abbiamo ascoltato sono quelle proprie della festa, ma oggi abbiamo celebrato la festa della SS. Trinità.
Mi veniva naturale accostare il testo del Vangelo che abbiamo ascoltato e pregato in questa festa della Trinità e quello di stasera in cui Maria va a visitare Elisabetta.
Il testo della solennità della Trinità termina con il mandato “missionario” che Gesù affida ai suoi, ricordate: “ Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato ed ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”. In pratica vuol dire mettersi in cammino come discepoli sostenuti dalla fede. Un cammino già indicato da Gesù stesso che è : “ incontrare l’ uomo per dargli la possibilità di diventare anche lui discepolo del Signore . accoglierlo e guidarlo nelle vita di fede nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo, testimoniare donando Carità ( amore ). E’ il mandato affidato ad ogni battezzato ….
Questo, però, significa imitare Maria, vincendo le nostre pigrizie, le nostre resistenze, mettersi in cammino con sollecitudine come ha fatto Lei, andando dalla cugina Elisabetta che ha bisogno di aiuto e si mette in cammino portando Gesù.
Anche oggi nel mondo tanti hanno bisogno di aiuto. Certo aiuto materiale, sostegno e conforto in situazioni tragiche, avvenimenti che sconvolgono, ma con quale predisposizione, con quale animo, andiamo in loro soccorso portando con noi Gesù o portando solo noi stessi. Maria porta con se Gesù non solo fisicamente, ma nel cuore, nella fede, nel suo sì a un disegno che è più grande. Infatti se è vero che bisogna sollevare concretamente e rimuovere le cause di ingiustizia che devastano il mondo è altrettanto vero che il senso del vivere e del morire si può trovare solo nella fede e nella verità di Cristo.
Solo in Lui la solidarietà non è pelosa e diventa Carità, gratuità splendente che assieme al “pane regala al povero un sorriso e non lo fa sentire estraneo.
Afferma Madre Teresa “meglio donare un pezzo di pane con un sorriso, che una tavola imbandita senza un sorriso”.
Don Tonino Bello, dice che all’ origine del mettersi in viaggio di Maria vi è quel “ Missus”, quel essere mandati, già pronunciato da Gabriele nell’ Annunciazione, ma che ascoltiamo anche noi al termine di ogni celebrazione dell’ Eucaristia.
Maria con il suo sì compie per noi la più grande Carità donandoci Gesù! Abbiamo bisogno di Gesù, il mondo ha bisogno di Gesù e del Vangelo.
Domenica è la festa del Corpus Domini e noi faremo la processione per le vie del Paese portando Gesù Eucaristia. Maria possiamo dire, senza paura di essere smentiti è il primo ostensorio vivente che porta annunci di gioia e di liberazione, a Elisabetta, ma anche a tutti noi in quel bellissimo cantico che è il magnificat.
Al termine di questo tratto di cammino, percorso in questo mese di Maggio, piccola tessera nel grande mosaico della nostra vita, chiediamo a Maria di assomigliarle. Quando siamo tentati dall’ immobilismo della paura di testimoniare Gesù, in un mondo ostile come il nostro, ma che lo è già stato in passato, provate a parlare di vita, di morte, di famiglia come quella che ci è consegnata dal creatore, di rispettare la naturalità della generazione della vita e che i figli non possono essere il prodotto di una volontà egoistica, o di tecniche artificiose e manipolatorie, chiediamo a Maria di scuoterci, perché il cristiano non è fatto per accomodarsi, ma per essere “ gloria di Dio”, cioè testimoniare e annunciare Gesù, perché tutti possano rivolgersi a Dio. Chiediamole di sostenerci nella fatica e di invocare dallo Spirito Santo il dono della fortezza e del coraggio.
In modo particolare, chiediamole di essere testimoni della gioia che nasce dal dire di sì al Signore, non dimenticando che non mancheranno lo stesso prove e difficoltà.
Allora vorrei concludere con queste parole, sempre di Tonino Bello:
“ Tu che nella casa di Elisabetta pronunciasti il più bel canto della teologia della liberazione, ispiraci l’ audacia dei profeti. Fa’ che sulle nostre labbra le parole di speranza non suonino menzognere. Aiutaci a pagare con letizia il prezzo della nostra fedeltà al Signore. E liberaci dalla rassegnazione”.
A lode e onore della Beata Vergine qydiacdon