Ascensione del Signore …
non è la fine, ma è un inizio. Inizio di un tempo diverso della presenza del Signore in mezzo a noi, fedele alla sua promessa:“ Sarò con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”.
Tempo in cui la comunità cristiana, la Chiesa, non deve cadere in una specie di attesa inerte, ma che deve assolvere ad un preciso mandato, quell’ andare ed annunciare la “ Buona Notizia” di una realtà grande, nuova, straordinaria, che va oltre quelli che sono i nostri modi di pensare di agire, di amare, di comprendere la vita e la morte, la Risurrezione, che se è di Gesù non si ferma a Lui, ma è data a noi, bagnati come accade per la terra che viene fecondata dalla pioggia, dalla grazia e dall’ amore misericordioso del Signore.
Vi è mito in cui, si dice, che vi sono degli uomini rinchiusi nel fondo di una caverna buia. Sono legati in modo da avere le spalle rivolte all’ ingresso della caverna e in modo tale che possono guardare solo avanti a loro. Alle loro spalle, , seminascosta da un muretto vi è della gente che va e viene con vari oggetti, chi nelle mani, chi sulla testa . Collocato fra l’ ingresso della grotta e questa gente che va e viene con questi oggetti vi è un grande fuoco che proietta le ombre sulla parete di fondo, come in un gioco di ombre cinesi. Gli uomini incatenati che non vedono altro pensano che quelle ombre siano la realtà, che non vi sia altro. Così quando qualcuno riesce a liberarsi ed esce all’ aperto e torna poi indietro per dire ai prigionieri come stanno veramente le cose, essi lo uccidono.
( Platone – Mito della caverna )
Noi siamo come quegli uomini! Quello che crediamo vero e reale nella grande caverna del mondo non sono altro che l’ ombra di qualcosa di più grande, di quella vera realtà che il Signore ci ha annunciato, ci ha manifestato con la sua Risurrezione, di quello che occhio non vide, né orecchio mai udì, ma che Gesù ci ha fatto conoscere come ad amici e non come a servi. Quelle realtà che la Bibbia indica con il termine “cielo”.
Ecco allora che , guardando al cielo non possiamo trascurare la terra, voluta, pensata, creata da Dio perché annunciando le realtà del “ cielo”, quelle vere, quelle che il Signore ci ha fatto conoscere vi portiamo dentro un’ aria nuova, una speranza nuova, un nuovo modo di capire, vivere l’ amore in tutti i suoi aspetti, in tutte le sue dimensioni, perché il mondo non sia più una caverna e l’ uomo, l’ umanità non sia più prigioniera, ma libera. Liberata non solo dalle paure che angosciano e tormentano ciascuno di noi, ma quella realtà tremenda e cupa che è il peccato
Non si tratta di contrapporre la terra e cielo, come si fa con alto e basso, ma di andare oltre queste categorie guardando in quella direzione che gli angeli indicano agli apostoli, che è un avvenimento verso il quale siamo in cammino, che è il ritorno del Signore. Questo cammino è il tempo che stiamo vivendo è il tempo della missione, dell’ annuncio, anche se non tutti sono disposti ad accettarlo. In quegli uomini che si liberano e tornano dagli altri ancora prigionieri per annunciare quella che è la realtà vera, possiamo scorgere, come in controluce, i tanti cristiani fedeli che pagano di persona per annunciare quelle che son le verità irrinunciabili del Vangelo e la Verità stessa che è Cristo. Sono i profeti e i martiri che non sono mai mancanti nel tempo della missione, nel tempo della Chiesa!
Allora ben lontani dal non impegnarci per migliorare le condizioni di vita di questo mondo che è stato creato da Dio, guardiamo al cielo perché la terra possa diventarne un po’ l’ immagine vivendo questo tempo, come scrive un commentatore: “ per operare del bene a tutti, diceva S. Paolo, scrivendo ai Galati.” Così che la gente possa nascere alla fede ed essere salva. Già perché è solo nella fede, nel credere che ora possiamo sperimentare questa nuova presenza del Signore! Il Vangelo dice: “Chi crederà e sarà battezzato”. Allora dobbiamo fare attenzione noi, io e voi, cari battezzati. Non basta essere battezzati è necessario il credere “ con i fatti e nella verità” perché quel seme che è stato messo nella nostra vita dal giorno del Battesimo, la Fede possa attecchire e germogliare. Fra poco noi proclameremo il Credo. Professeremo la fede in Dio, trinità, fede che nella vita si può tradurre in questo modo: “ Se incontri qualcuno che ti odia, amalo di più. Se incontri un peccatore, esercita la misericordia, porta con lui il suo male perché possa uscirne. Se hai salute spenditi per quelli che non ne hanno. Agisci sempre in modo creativo e nel tuo agire esprimi il modo di amare del Padre …. ( Molari). Questi sono impegni concreti, autentici, da adulti, impegni che coinvolgono la vita.
E non dimentichiamo che quel Signore che verrà alla fine dei tempi, alla fine della storia è lo stesso Signore che viene in ogni Eucaristia.
Deo gratias, qydiacdon