1 Maggio 2015: Giuseppe, il lavoro, Maria sede della sapienza

 

Letture della Messa nella memoria di S. Giuseppe lavoratore.

Mettiamo davanti a noi le figure di Giuseppe e di Gesù da una parte, e di Maria dall’ altra,  in questo inizio del mese di maggio, mese mariano, dedicato alla preghiera del Rosario.

Il 1 maggio, festa del lavoro,  è una festa laica, nata nel 1889 a ricordo di una sanguinosa repressione avvenuta a Chicago tre anni prima durante un corteo operaio. Questa festa  ci rammenta la complessa realtà del lavoro, difficile anche oggi nonostante tutto il cammino che si è fatto, e ancora oggi messa così in discussione anche di recente,  la Chiesa ci rammenta una dimensione spirituale del lavoro, almeno per il cristiano. Riflettere dal punto di vista della fede su questa realtà ponendoci davanti  la figura stessa di Gesù e di Giuseppe, che hanno condiviso  con noi questa realtà nell’ esercizio della professione del falegname/carpentiere dice il Vangelo, che abbiamo sentito.

Ancora una volta il modo di agire di Dio ci spiazza. In quella immersione totale nella nostra umanità, in Gesù   condivide con noi  l’ esperienza del lavoro e del lavoro manuale, da artigiano esercitato per la maggior parte della sua vicenda umana, pensiamo a tutti gli anni di cui non ci parlano i Vangeli  – trent’ anni- . Ancora una volta ci viene ricordato come Dio, in Gesù non sia un Dio lontano ed estraneo all’ uomo conoscendo la fatica, ma anche la gioia che nasce dal lavoro.

Qualcuno ha scritto:

“Nella Bibbia il lavoro dell’uomo aiuta Dio a completare la Creazione, diventa il modo che l’uomo ha di assomigliare al Dio artigiano che costruisce il Cosmo. Lavorare perciò, dona a noi la dimensione della dignità prima ancora che garantirci il sostentamento col guadagno. Oggi, purtroppo, la dignità del lavoro e del lavoratore sono passate in secondo piano: è il profitto a determinare la validità di un lavoro e le scelte, a volte drammatiche, dell’economia che, come vediamo, finiscono col determinare anche le scelte politiche. Riappropriamoci del lavoro così come l’ha voluto Dio!”

Riappropriarci del lavoro come lo ha voluto Dio vuol dire accostarsi a questa realtà con “sapienza”. Ma non quella che è una sapienza umana parziale, limitata, ma che a volte porta anche a non riconoscere, a sbagliare, a giudicare, come accade per i compatrioti di Gesù, che si meravigliano” della sapienza e dei prodigi” che egli, il figlio del falegname possiede.

Come è possibile, Gesù non è uno scriba, un letterato intellettuale del tempo …

Questo dovrebbe costituire per noi motivo di riflessione  e considerare che vi è una sapienza diversa, che non viene dallo studio, che non viene solo dall’ esperienza applicata al buon senso, ma che vi è una sapienza che viene dalla fede in Dio.

Quella sapienza che ci aiuta a capire,  ad accettare il disegno che Dio ha su ciascuno di noi e che  passa attraverso la trama della nostra vita quotidiana e in quel contesto considerare le cose, fare scelte “ secondo Dio e non secondo il nostro modo di vedere e di pensare mondano.  Ecco che sta davanti a noi, allora in questo inizio del mese di maggio la figura di Maria, Vergine sapiente.

Anche se Lei, che noi invochiamo come sede della sapienza, perché porta in se Colui che è la sapienza stessa di Dio, percorre ella stessa un cammino ricomponendo quando le sta accadendo” tutto nel suo cuore” come ci ricorda Luca:

“ Maria da parte sua serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore”.

Il sapiente trasforma la memoria in contemplazione aperta  sul presente e sul futuro. Sa che il ricordo non è rifugiarsi nel passato, è un fare memoria, in senso biblico, come quando gli ebrei celebrano la Pasqua, come quando noi celebriamo l’ Eucaristia, cioè qualcosa di dinamico che si rende presente e diventa attuale qui adesso per me e nello stesso tempo mi annuncia il futuro che si realizzerà.

Maria è la vergine sapiente perché si lascia interpellare dagli eventi che accadono nella sua vita, li accetta e li interpreta alla luce della fede lasciandosi stupire, meravigliare: pensiamo al Magnificat, ma anche accettare nel dolore e nel silenzio di fronte alla misteriosa sapienza di Dio che è il Signore crocifisso.

Prendere Maria come modello di sapienza per noi i uomini e donne  di oggi, significa entrare, perciò, in una visione nuova diversa in cui si riconosce a Dio il primato nella nostra vita, perché solo in lui troviamo le spiegazioni che ci permettono di coglierne il senso profondo.

Significa essere docili nei confronti  di Dio e “ rivestirsi di carità”, cioè di quell’ amore, che non è solo il filantropismo facendo ogni cosa nel nome di Gesù, di buon animo per amore a Dio e amore all’ uomo, immagine di Dio, rendendo grazie; come ci ricorda Paolo scrivendo ai cristiani della città di Colossi.

Ma soprattutto, imitare la sapienza di Maria significa permettere che quella pace che non è secondo il mondo, ma che è secondo Dio e dono del risorto regni nei nostri cuori

“Maria è la sede della sapienza moderna perché, entro ogni mortale, è la madre della vita, il perdurare della speranza, colei che dona sopportazione nella sofferenza, costanza nella fatica, perseveranza nella difficoltà, consolazione nel dolore, compagnia nella solitudine, rifugio nella colpa e nella fragilità.” ( dal sito: Maria oggi)

Se ci lasciamo guidare da Lei, ancora una volta in questo mese di maggio cresceremo nella sapienza evangelica leggendo in modo diverso la vita e la sua complessità. Anche quell’esperienza così pregante della  nostra vita che  è il lavoro apparirà in modo diverso.

– Non come fine dell’ uomo a cui tutto si sacrifica nella esasperata ricerca di un profitto

– Non solo come mezzo per sostenersi, ma cooperazione alla edificazione della “città degli uomini” secondo il disegno di Dio

– Cooperazione all’ opera della Creazione

Maria  che possiede la vera sapienza, interceda perché anche a noi siano date di conoscere quelle “cose” che sono nascoste ai sapienti e agli intelligenti,  ma concesse  a chi, come lei, si fa  piccolo e umile di fronte a Dio.

Soli deo gloria qydiacdon

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