Nell’Occidente inglese che conosce bene il pericolo dei ghetti musulmani e il terrore causato dagli attentati islamici, i “radicali” più pericolosi sono diventati i cristiani. Non è uno scherzo, così sono stati definiti un’insegnante di Bristol, che ha osato dire ad una sua alunna diciassettenne e sedicente lesbica che “Dio ti ama”, e un cappellano del carcere di Brixton (a Sud di Londra), grazie a cui molti carcerati si convertivano al cristianesimo ma accusato dal collega imam.
Svetlana Powell, insegnante con 17 anni di esperienza alle spalle, fu licenziata dall’Apprenticeship Academy di Bristol nel luglio del 2016. Il perché lo ha spiegato lei stessa di fronte al giudice, raccontando di quando i suoi studenti le avevano chiesto di esprimere la sua opinione personale sui rapporti romantici fra persone dello stesso sesso. Interpellata, Powell aveva chiarito che, “a mio parere” erano contro la volontà di Dio ma che comunque Dio ama ogni persona, nonostante quello che fa. A quel punto un alunno ha deciso di svelare a tutti i comportamenti omoerotici della compagna, ottenendo dall’insegnante non rimprovero ma un giudizio carico di verità e carità insieme: “Dio ti ama”.
Quel che colpisce di tutta la vicenda è poi che l’accusa è partita da uno studente che le aveva confessato di essere cristiano chiedendole se lo era anche lei per poi ricattarla quando lo aveva successivamente ripreso mentre disturbava i compagni. Il ragazzo aveva quindi approfittato per accendere la discussione in classe, difendendo le sue posizioni progressiste e chiedendole se la sua compagna sarebbe andata all’inferno. Con grande carità l’insegnante aveva parlato a tutti del Paradiso come luogo preparato per coloro che si convertono: “Dio ha pensato ad una strada per salvarci attraverso suo figlio, Gesù Cristo”. Durante l’intervallo il giovane e altri quattro alunni erano andati a lamentarsi con la direzione che senza attendere un minuto aveva sospeso Powell.
Ovviamente, però, la frase “Dio ti ama”, che la comunità Lgbt ripete continuamente solo per convincere che “non c’è nulla di male” nei rapporti omoerotici e per mettere a tacere le coscienze, è stata ritenuta inaccettabile tenendo conto del giudizio precedente della professoressa, che per altro non si è espressa di sua iniziativa ma in risposta al quesito degli alunni. Nonostante ciò l’amministrazione dell’accademia ha poi deciso di licenziarla, come ha spiegato al giudice, perché gli alunni l’hanno accusata di “lavaggio del cervello”. Dunque è bastato questo, la volontà degli alunni di rimuovere la donna, per mettere da parte la giustizia che avrebbe richiesto, quantomeno, di vagliare i fatti. Powell ha successivamente scoperto che l’accusa mossa contro di lei dalla scuola è di “minaccia di radicalizzazione”. Non importa se nei 17 anni di insegnamento ha ottenuto solo risultati didattici altissimi e se nessuno si era mai lamentato di lei.
Una sorte simile è toccata al cappellano evangelico Paul Song, licenziato dall’amministratore dei cappellani, un’imam islamico che nel 2015 ha sostituito un cristiano. Secondo l’imam, come gli avrebbe detto qualche carcerato, Song era troppo “radicale”, anche se la difesa ha chiarito che “il nome del prigioniero da cui l’imam avrebbe ricevuto la denuncia non è mai stato reso noto, eppure è stato sospeso”. Anzi, “abbiamo incontrato molti ex detenuti che sono stati assolutamente felici – la cui vita è stata trasformata – del lavoro, del ministero e della testimonianza del pastore Song”.
Come l’insegnate anche il cappellano non è il primo inglese a subire una discriminazione per la sua fede. Già altri loro colleghi sono stati licenziati per il loro insegnamento o predicazione politicamente scorretta. Da ciò si può capire perché uno Stato occidentale che subisce attentati terroristici di matrice islamica possa dare potestà decisionale contro i suoi cittadini ai musulmani, permettendo il paradosso che siano loro ad accusare altri di “radicalismo”.
Infine, è chiaro che quando l’obiettivo è colpire coloro che professano la propria fede cristiana pubblicamente, non solo dicendo di credere ma di farlo in un Dio interessato alla condotta umana, i cristiani progressisti e i musulmani si uniscono in un solo fronte. Non sopportando chi si oppone alla dittatura del relativismo denunciata così da papa Benedetto XVI: “La parola peccato appare a molti quasi ridicola, perché dicono: “Come! Dio non possiamo offenderlo! Dio è così grande, che cosa interessa a Dio se io faccio un piccolo errore? Non possiamo offendere Dio, il suo interesse è troppo grande per essere offeso da noi”. Sembra vero, ma non è vero. Dio si è fatto vulnerabile. Nel Cristo crocifisso vediamo che Dio si è fatto vulnerabile, si è fatto vulnerabile fino alla morte. Dio si interessa a noi perché ci ama e l’amore di Dio è vulnerabilità, l’amore di Dio è interessamento dell’uomo, l’amore di Dio vuol dire che la nostra prima preoccupazione deve essere non ferire, non distruggere il suo amore, non fare nulla contro il suo amore perché altrimenti viviamo anche contro noi stessi e contro la nostra libertà. E, in realtà, questa apparente libertà nell’emancipazione da Dio diventa subito schiavitù di tante dittature del tempo, che devono essere seguite per essere ritenuti all’altezza del tempo”.
Benedetta Frigerio in La NBQ