A San Valentino, nella diocesi austriaca di Linz, due parrocchie hanno offerto benedizioni alle coppie omosessuali che desideravano un sigillo religioso alla loro unione. La motivazione? “La benedizione significa che uno è bene accetto dal proprio partner e da Dio”. Disobbedienza senza limiti
A San Valentino, nella diocesi austriaca di Linz, due parrocchie hanno offerto benedizioni alle coppie omosessuali che desideravano un sigillo religioso alla loro unione. La notizia è ufficiale, ma veramente ufficiale: il giornale diocesano KirchenZeitung annunciava il 9 febbraio che in due parrocchie le coppie omosessuali sarebbero state benedette. Nell’articolo si diceva: “San Valentino è conosciuto come il santo dell’amicizia e dell’amore. In molte parrocchie e istituzioni ecclesiali è già tradizione offrire benedizioni alle coppie nel periodo di questa festa. Le persone che sono in una relazione omosessuale sono benvenute alle cerimonie di benedizione nella chiesa di Wels-St.Franziskus, e nella chiesa delle Orsoline”. L’autore dell’articolo, Paul Stutz, spiegava anche che la benedizione delle coppie “offriva un occasione per esprimere amore”.
“La benedizione significa che uno è bene accetto dal proprio partner e da Dio”. Alla fine dell’articolo, c’era un link, che portava a un dispaccio in cui si raccontava dell’intervista del 3 febbraio scorso del presidente della Conferenza episcopale tedesca, Reinhard Marx, in cui il cardinale esprimeva la sua apertura verso la benedizione delle coppie omosessuali, e lasciava capire che sarebbe saggio demandare ai pastori la decisione in questo campo.
Come abbiamo visto, la prima iniziativa in questo senso è venuta qualche settimana fa dal vicepresidente della Conferenza episcopale tedesca, Franz Josef Bode. Non solo; secondo quanto ci risulta, l’idea sarebbe fortemente condivisa all’interno dell’assemblea dei vescovi tedeschi, a cui partecipano titolari delle diocesi e ausiliari, e solo una minoranza sarebbe in linea con la posizione del Pontefice e della Chiesa.
Nella chiesa delle Orsoline compito di offrire la benedizione alle coppie per San Valentino (omosessuali comprese) è di padre Franz Harant che ha dichiarato: “Diamo quella benedizione, che è valida universalmente. Qui, non c’è niente da proibire”. Non a caso, padre Harant cita Amoris Laetitia, laddove afferma che “ogni persona, indipendentemente dal suo orientamento sessuale, deve essere rispettato nella sua dignità e accolto con rispetto”. Il che, ci permettiamo di notare, è però cosa diversa dal benedire un’unione fra due persone dello stesso sesso, cioè offrire una forma di sigillo ecclesiale a qualche cosa che si basa su ciò che il Magistero della Chiesa e il Catechismo definiscono peccato.
La cerimonia viene descritta dall’assistente pastorale della chiesa di Wels-St. Franziskus, Irmgard Lehner, come avente “un potere enorme”. Nella cerimonia le coppie si fanno avanti nella chiesa e ricevono una mano appoggiata sulla loro fronte e un segno di croce. “Sottolineiamo l’alto valore della relazione”, spiega Lehner.
Il giornale diocesano spiegava che “Questa offerta può essere accettata da amanti in ogni genere di situazioni, anche da lesbiche e omosessuali”. Ciascuno, secondo Lehner, che è anche teologo, dovrebbe “sentirsi accolto, proprio come è. Dio è amore. Non ci sono restrizioni”.
Come abbiamo visto, questa forma di disobbedienza dalla pratica della Chiesa, e dal Catechismo, oltre che dal pensiero del Pontefice, si sta radicando ad alto livello in Germania. A Limburg un alto prelato della diocesi, il Decano Johannes su Eltz, ha fatto una proposta di avere “benedizioni teologicamente giustificate” per le coppie che sono omosessuali, o di divorziati risposati, o di coppie che per altre ragioni non si sentono “sufficientemente degne” del sacramento del matrimonio. La proposta è stata avanzata nel corso del secondo Forum delle parrocchie di Francoforte, una riunione di 170 membri della Chiesa di Francoforte in cui si discuteva delle possibili riforme all’interno della Chiesa locale. Questo argomento, come ha spiegato zu Eltz, è in discussione dal 2015. Zu Eltz non è un prete qualsiasi: è stato a capo del tribunale diocesano fino al 2010, ed è il quarto prelato più importante nella gerarchia della diocesi di Limburg. Inoltre, come decano della diocesi di Francoforte è responsabile di circa 150mila cattolici. L’idea della benedizione per coloro che sono esclusi dal matrimonio sacramentale sarebbe quella di “approvare e benedire il bene morale che esiste in queste unioni, e cioè la lealtà, la cura reciproca, la responsabilità, il dovere”. Forse sarebbe necessaria una parola chiara da parte di Roma.
Marco Tosatti in La NBQ
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Ma Roma parlerà? dqy